Cari amici dell’Eremo di S. Alberto,
cari Amici della Croce,
questa riflessione vi giunge alcuni giorni prima dell’inizio del nuovo anno liturgico, con il Tempo di Avvento.
Si tratta di un pensiero fraterno mirante a riconoscere la grazia presente in queste quattro settimane, che precedono la celebrazione del Natale del Signore.
Di che grazia si tratta?
È la grazia dell’attesa, dell’attesa di Cristo che tornerà alla fine dei tempi, per ricapitolare in sè tutte le cose ed offrirle al Padre, affinchè Dio sia tutto in tutti.
Il tempo di Avvento ci è offerto per rivivere questa attesa, per non dimenticarci che Cristo deve ritornare, per disporre i nostri cuori ad accoglierlo, in qualsiasi momento ciò si dovesse verificare.
Attendendo la sua ultima venuta, i cristiani ricordano la sua prima venuta, il mistero dell’incarnazione del Verbo, che si celebra il santo Natale.
Dobbiamo essere grati a Dio perché ha mandato Gesù nel mondo a rivelarci il suo volto di Padre ed a riscattare l’umanità dal peccato e dalla morte, col suo sacrificio redentore.
Ma questo tempo che ci sta dinnanzi deve essere anche attesa che si fa accoglienza di Cristo, che incessantemente viene nel cuore dei credenti nel dono dello Spirito Santo, attraverso la mediazione dei sacramenti ed attraverso vie misteriose che lui solo conosce.
L’atteggiamento da coltivare in questi giorni, dovrebbe essere quello dell’accoglienza.
Solo se impariamo ad accogliere Gesù, il dono per eccellenza che il Padre fa al mondo, siamo messi in condizione di donarci a nostra volta, di diventare dei doni di Dio per il prossimo e di accogliere il prossimo come un dono di Dio.
Tutto ciò non è altro che vivere la dimensione del Regno che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.
Gesù è venuto nel mondo per rivelare che il Padre è l’Amore increato, che vuole comunicarsi a tutte le sue creature, perché siano partecipi della sua vita divina.
Solo se apriremo il nostro cuore all’amore, saremo in condizione di vivere da veri figli di Dio e da autentici fratelli in Cristo.

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